 |
|
 |
|
|
 |
|
|
|
L'uomo è libero di non credere. Cosa significa?
Per spiegarcelo, la Bibbia utilizza un'immagine
molto significativa che renderà bene
l'idea. L'uomo che non crede è simile a uno
che 'gira le spalle' a Dio,
che non lo vuole vedere e
ascoltare, che se ne va
per conto suo dietro alle
proprie sicurezze. L'uomo
che crede invece 'sta di
fronte' a Dio in una posizione
di ascolto e di accoglienza.
Sono atteggiamenti
diametralmente
opposti: il primo è di chiusura,
il secondo è di risposta
e d'apertura a Dio
che si dà! Il profeta Geremia, lamentandosi
del Popolo di Dio, lo dice: "Essi non prestarono
orecchio. Anzi procedettero secondo l'ostinazione
del loro cuore malvagio e invece di
voltarmi la faccia mi hanno voltato le spalle"
(Geremia 7, 24).
In un certo senso, chi si rifiuta di credere dice:
"Dio, la tua proposta d'amore e di vita
non m'interessa. Faccio a meno di te perché
ho meglio di te. Sto bene così. Per favore,
non disturbarmi con i richiami della coscienza!".
Fin dal tempo d'Israele, Dio si lamenta della
non-fede del suo Popolo: "Il mio popolo ha
commesso due iniquità: essi hanno abbandonato
me, sorgente di acqua viva, per scavarsi
cisterne, cisterne screpolate che non tengono
l'acqua" (Geremia 2, 13). Chi rifiuta la fede somiglia un po' ad un fiume che abbandona
la propria sorgente, al raggio che fa a meno
del sole, alla creatura che si distacca dal
Creatore... non rimane per lui altro che una
grande solitudine!
Gesù stesso è molto
chiaro al riguardo di chi
nega di credere: "Alla
fine Gesù apparve agli
undici discepoli, mentre
stavano a mensa e li rimproverò
per la loro incredulità
e durezza di cuore,
perché non avevano creduto
a quelli che lo avevano
visto risuscitato. Chi
crederà e sarà battezzato
sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato"
(Marco 16. 14-16).
In ultima analisi, non-credere, significa rifiutare
di affidarsi –di appoggiarsi - sulla Parola di
Dio e dunque rendersi incapace di ascoltare -
accogliere - il messaggio di Dio che salva. In
un certo modo 'non-credere' diventa il peccato
per eccellenza: "Quando sarà venuto lo
Spirito di verità, egli convincerà il mondo
quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.
Quanto al peccato, perché non credono in
me..." (Giovanni 16, 8-9). Forse conviene
interrogarsi se non si nasconde, nell'intimità
del proprio cuore, un orgoglio tale da escludere
qualsiasi richiamo divino, perché si pensa
che si è bravi da soli, confidando nell'opera
delle proprie mani!
padre Stefano |
|
|
|
|
 |
|
 |
|